Pubblicaz. 11/09/2014
LA STAMPA - Mercoledì, 10 Settembre 2014
Il circolo si appresta a passare da 9 a 18 buche Lavori quasi ultimati, ora verrà seminata l’erba.
Il Golf Club Cavaglià è giunto a una svolta storica. Non lascia, ma raddoppia. Da nove il circolo passa a diciotto buche e ciò che fa effetto è lo stato dell’opera. Ormai i lavori principali, di progettazione, sono conclusi. Si intravedono i green ridisegnati, i nuovi ostacoli di sabbia e acqua, da adesso a fine a ottobre si procederà con la semina dell’erba, aspetto fondamentale per un buon campo da golf.
Valutato l’avanzamento dei lavori il presidente del circolo Paolo Schellino, che oggi è forte di circa 300 soci, annuncia: «Tutto dovrebbe essere pronto tra aprile e maggio, periodo in cui con- tiamo di organizzare una bella gara per l’inaugurazione ufficiale del nuovo campo».
Le nuove diciotto buche, costruite grazie a un amplia- mento di 20 mila metri quadrati di terreno, avranno un par fissato a 68 colpi, con due par5 alla buca 7 ed alla 17,con quest’ultima destinata a diventare la più temuta e a mietere vittime illustri.
A seguire il progetto del campo, che si completerà con 10 par 4 e 6 par 3, è l’architetto torinese Giorgio Ferraris: dalla sua matita sono usciti i nuovi green. «Un lavoro appassionante e divertente», racconta dopo una collaborazione con il Gc Cavaglià che nasce alle origini ed esperienze nel settore accumulate grazie a interventi a La Margherita di Carmagnola e al Castellar di Saluzzo. «Alcune buche sono state accorciate rispetto alle nove originali - racconta Ferraris -, ma si sono creati green molto più articolati, con ostacoli che possono mettere in difficoltà il giocatore. In particolare vanno menzionati i bunker, che avranno degli speciali tubi di drenaggio che renderanno il campo più efficiente».
Completare il circolo non è solo una questione di prestigio e visibilità, ma anche cruciale in aspetti logistici del gioco. E, soprattutto, può aprire nuovi orizzonti. «Essendo collegati a una struttura come l’Una Hotel - racconta Paolo Schellino -, puntiamo molto al turismo golfistico, mantenendo allo stesso tempo delle quote alla portata dei nostri soci. Nel frattempo lavoreremo per col- laborare con gli altri circoli della zona, perché crediamo che facendo sistema possiamo captare nuovi praticanti da fuori provincia e regione».
Il gioiellino del nuovo golf club sarà soprattutto l’impianto di irrigazione, un tema su cui Schellino e il suo consiglio hanno investito molto. «Ci appoggiamo alla TORO - spiega - con una soluzione monocavo, che ci permetterà tramite computer di controllare l’irrigazione di tutte le buche a seconda delle esigenze». Aggiunge l’architetto Ferraris: «Con questa operazione Cavaglià va a completare un percorso molto bello, che piacerà anche per il suo aspetto paesaggistico tra leggere colline immerse nella tranquillità, ma allo stesso tempo poco distanti dall’autostrada».
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